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Il carro di fuoco

Secondo la tradizione rabbinica, c’è un capitolo nella Bibbia che è così pericoloso, che è proibito insegnarlo a gruppi di discepoli. Potrebbe essere insegnato a non più di uno studente alla volta e solo se questi è uno studente maturo. Questo capitolo è così pericoloso che è persino proibito da leggere nel servizio alla sinagoga. Esso ha portato alcuni dei rabbini più famosi di Israele a impegnarsi in strane pratiche mistiche, che hanno ucciso uno di loro, fatto impazzire altri e portato altri all’eresia. Per centinaia di anni, perfino il nome di questo capitolo ha fatto rabbrividire gli Ebrei ben informati. Che capitolo è questo? Lo chiamano Merkabah, ll Carro.

Il carro era un potente simbolo religioso dell’antico Israele: non un ordinario carro usato in guerra, ma quello che la Bibbia chiama “carro di fuoco”. La prima menzione dei carri di fuoco la troviamo in 2 Re 2:11. Questa è la storia di Elia che viene portato in Cielo. Sebbene la tradizione immagini che fu il carro a trasportarlo via, la Bibbia dice che un carro di fuoco e i suoi cavalli separarono Elia da Eliseo, suo discepolo, mentre un turbine trascinò via Elia. Chi stava guidando il carro? Non viene detto, e rimane un gran mistero.

La successiva menzione dei carri di fuoco la troviamo in 2 Re 6:17. Eliseo, adesso un famoso profeta, fu intrappolato nella piccola città di Dothan al confine della Galilea, dall’esercito degl’Aramei. Essi erano nemici di Israele, governando da Damasco, l’attuale Siria. Erano venuti a Dothan per catturare Eliseo, perché questi costantemente faceva fallire i loro piani di guerra rivelandoli per mezzo di Dio al re di Israele. La vista dell’imponente esercito nemico spaventò il servo di Eliseo. Così Eliseo, con molta calma pregò affinché gli occhi spirituali del suo servo venissero aperti da Dio. Quando lo furono, egli vide la montagna sulla quale la città era edificata coperta da cavalli e carri di fuoco.

Il libro dei Salmi menziona i carri di fuoco in una dichiarazione poetica della potenza travolgente di Dio: “I carri di Dio si contano a miriadi e miriadi, a migliaia di migliaia: il Signore viene dal Sinai nel santuario.” (Salmo 68:17).

Forse la menzione più strana del carro nella Bibbia la troviamo in 1 Cronache 28:18. Questa sezione fornisce i dettagli del piano di Davide per la costruzione del Tempio, successivamente realizzato da suo figlio Salomone. Nel progetto della camera più interna del Tempio, insieme all’arca dell’alleanza, c’è un carro d’oro (merkabah). Cosa ci faceva un carro nel luogo più santo del Tempio? Un’attenta lettura del verso mostra che esso ha a che fare con i due grandi Angeli (cherubini) che Salomone pose nel Luogo Santissimo, le cui ali, dalla punta dell’una a quella dell’altra erano spiegate attorno alla camera più interna. Ma perché un carro?

La risposta fu scoperta pochi anni fa dall’archeologo Leen Ritmeyer, volando a 9144 metri di altezza verso Israele dagli USA. Era annoiato dal film che stava guardando, quindi tirò fuori i suoi piani dell’antico Tempio sul monte a Gerusalemme. Stava studiando il grande pezzo di roccia che fuoriesce a circa 1.83 metri sopra il livello del pavimento, sotto la cupola centrale della Cupola della Roccia, la cupola d’oro del santuario Mussulmano che si trova in mezzo al sito dell’Antico Tempio Giudeo. Molti hanno ipotizzato che questa roccia era una volta la sede del Luogo Santissimo. Ma nessuno ha mai potuto provarlo, almeno fino ad ora. Sulla base dei contorni e dei segni naturali della roccia, era già stato in grado di localizzare le pareti di un'antica stanza costruita una volta lì. Le misure di questa stanza erano esattamente le stesse del Luogo Santissimo del Tempio di Salomone. Adesso, come egli vide la foto della roccia, notò un piccolo incavo, esattamente al centro dell’antica stanza. Nessuno lo aveva notato prima, per tutti gli altri intagli e segni presenti nella roccia. Ma appena misurò l’incavo, fu scioccato nel verificare che questo incavo aveva le stesse dimensioni dell’arca dell’alleanza! Probabile che questo fu il luogo reale che Salomone aveva preparato per ospitare l’arca (2 Cron. 5:7).

C’era solo un problema: l’incavo si affacciava nella parte sbagliata. Generalmente, raffiguriamo l’arca con il fianco rivolto verso l’esterno e i due piccoli angeli dorati (cherubini) attaccati alla sua copertura e visibili su entrambi i lati. Ma l’incavo andava dall’altra parte, con l’estremità stretta rivolta verso l’esterno. Questo era veramente singolare! Perché l’estremità stretta era rivolta verso l’esterno? Poi questo lo colpì: certo! Era il modo in cui si mostrava l’arca dell’alleanza quando veniva portata fuori dinnanzi al popolo al tempo di Mosè e di Giosuè. Naturalmente, avranno posto l’arca nel Tempio, rivolta nello stesso modo, per mostrare come Dio guidasse per la via il Suo popolo. Infatti, questo è l’unico modo ad avere un senso del fatto che quando per primo ponevano l’arca nel Tempio, le stanghe usate per trasportarla, sporgevano dal Luogo Santissimo (1 Re 8:8).

Ma tutto questo cosa ha a che fare con il carro? Come detto, Salomone edificò due enormi angeli in piedi ai fianchi dell’arca dell’alleanza. Questi angeli non erano delle donne bellissime con le ali, come solitamente vengono raffigurati. Gli angeli donna, sono una idea pagana, raccolta più avanti dalla chiesa. Nella Bibbia, gli angeli appaiono sia come uomini che come feroci bestie, parte leone, parte bue, ecc., strane e spaventose misture di animali differenti. Questa opinione non era unica all’antico Israele, ma era condivisa da tutte le altre nazioni circostanti. Moltissimi pezzi di arte antica, sono stati scoperti mostrando questo spaventoso tipo di cherubino. Con l’arca rivolta verso l’esterno e uno di questi grandi cherubini con l’aspetto di animale su entrambi i lati, sembrerebbe che non solo si trovassero a fianco all’arca, ma che la stessero tirando, come un carro! Questa idea non è strana nella Bibbia. Una delle più frequenti e ripetute descrizioni di Dio è che è seduto sui cherubini o che cavalca i cherubini (2 Re 19:15; Salmo 80:1; Salmo 99:1; 2Sam. 22:11; Salmo 18:10). L'arca affiancata da cherubini simili ad animali è il carro di Dio menzionato in 1 Cronache!

Adesso, siamo pronti per il capitolo del carro, il pericoloso capitolo, come indicato in precedenza. Si può trovare nel libro di Ezechiele 1. Questa è la prima visione di Ezechiele, che era tra gli esiliati in Babilonia, a più di 1600 Km da casa. Un giorno, trovandosi all’aperto, presso il fiume Chebar, vide un vento tempestoso avvicinarsi (come il turbine che strascinò via Elia). Il termine Ebraico ha anche il significato anche di “Tempesta dello Spirito”. In questa tempesta, Ezechiele vide quattro terrificanti cherubini, lo stesso numero che circonda l’arca dell’alleanza nel Tempio (i due cherubini piccoli sulla copertura e i due grandi ai fianchi dell’arca stessa). Oltre ognuno di essi c’era una ruota girevole per ognuna delle quattro creature (Ez. 1:15), le ruote del “carro di Dio”.

Sopra le teste dei cherubini c’era qualcosa simile a un tetto in vetro (Ez. 1:22) e sopra vi era come un trono fatto di pietra preziosa (Ez. 1:26). Questo dettaglio non deve essere trascurato. In tutta la Bibbia, la pietra è associata alla divinità (Salmo 18:2). Più volte la Bibbia identifica Dio Padre come Colui che siede sul trono, il sovrano invisibile che governa su tutto. Ma chi è la figura che è simile a un essere umano sul trono, con le gambe come metallo incandescente e una luminosità tutta intorno a Lui? (Ez. 1:26-27).

L’apparizione di questo essere luminoso è chiaramente lo scopo e l’apice di questa visione. Quando Ezechiele lo vide, cadde sulla sua faccia, umiliando sé stesso in un’attitudine di adorazione (Ez. 1:28). Ma la figura sul trono gli comanda di alzarsi. Non appena vengono pronunciate queste parole, lo Spirito Santo entra in Ezechiele e lo mette in piedi (Ez. 2:2). L’uomo misterioso, iniziò a parlare al profeta nel nome e con l’autorità di Dio: “…io ti mando…” disse, non come un angelo che parla per altri, continuando con “…Tu dirai loro: «Così parla il Signore, DIO»” (Ez. 2:4). Chi è costui che ha l’ardire di parlare con l’autorità di Dio? Potrebbe essere Dio Padre stesso, ma l’idea del Padre che appaia in una particolare forma è impensabile. La Bibbia dice che Dio è Spirito, perciò non può essere confinato in un luogo e in un tempo. Quindi chi è costui? Qui è dove parte la pericolosità per questi rabbini.

L’identità di questo misterioso essere è rivelata in Ez. 1:28, anche se spesso oscurato nella traduzione. L’originale Ebraico recita: “Egli è l’apparizione della somiglianza della gloria di Dio”. Suona familiare? È la fonte di Ebrei 1:3. La lettera agl’Ebrei identifica questo essere radioso come Gesù, il Messia. Alludendo a Ezechiele 1, in Ebrei viene interpretata la profezia di Ezechiele per noi: Gesù è colui che sedendo sul trono parla come Dio ed è Dio. Questo rende per gli antichi rabbini pericoloso questo capitolo, perché è molto evidente che si adempie in Gesù. Il rabbino che divenne “eretico” molto probabilmente comprese che colui che era sul trono era Gesù. Conosciamo qualcuno oggi che ha difficoltà ad accettare la Trinità di Dio? Parliamogli di Colui che siede sul carro di Dio, che parla come Dio ed è Dio.

In Ezechiele 1:27, viene detto che questa figura umana appare come metallo incandescente, questo è un dettaglio da non trascurare. Un uomo radioso, con le gambe simili a metallo rovente appare anche in Daniele 10:6 e ancora in Apocalisse 1:15, di chi si tratta? La stessa persona, Gesù! Non come appariva sulla Terra, con umiltà nella sua umanità, ma come appare in Cielo, ripieno di potenza e della maestà di Dio. Egli è la figura della gloria di Dio! Così è come apparve ai suoi discepoli nel monte della Trasfigurazione: non come un uomo ordinario, ma nella potenza ardente di Dio. Il Suo volto era radioso come il sole, i suoi vestiti di un bianco luminoso (Matt. 17:2). Egli è la figura della gloria di Dio e non dobbiamo meravigliarci se alla sua vista, Ezechiele cadde in terra, prostrandosi in adorazione!

La visione del carro di Dio spiega come il Dio celeste, infinito, che non possiamo vedere (Es. 33:20) è capace di rivelare Sé stesso a noi: attraverso i suoi due “bracci” (Is. 51:5), il Figlio di Dio e il vento tempestoso dello Spirito. Essi sono mandati da Dio, eppure Essi sono Dio stesso. Come disse Gesù: “chi ha visto me ha visto il Padre” (Giov. 14:9). Molti pensano a Dio come limitato al Cielo, tagliato fuori dalla vita della Terra. Ma il messaggio della Bibbia è che Dio è attorno a noi: Egli viene verso la nostra direzione, il Suo vento impetuoso si sta avvicinando. I Suoi fulmini stanno tuonando, le ruote del Suo carro si stanno avvicinando. E quando arriverà cosa accadrà? Ci farà impazzire? Ci ucciderà come gli antichi rabbini? O come Ezechiele ci farà inginocchiare di fronte l’uomo radioso, ricevendo i Suoi insegnamenti, ripieni del Suo Spirito?