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Perché credo nel ritorno di Cristo?

Una delle dottrine fondamentali nell’ambito del Cristianesimo è quella del ritorno di Cristo, della sua Seconda venuta: vale a dire che Gesù, lo stesso Gesù che duemila anni fa venne nel mondo, che morì per i peccati dell’umanità, in croce e dopo tre giorni risorse e salì nuovamente in Cielo presso il Padre, lo stesso Gesù, letteralmente un giorno ritornerà, e una serie di eventi che accadranno, trasformeranno radicalmente le nostre esistenze.

Questa “seconda venuta” non è da confondere con altre “venute” del Signore: infatti, la Sacra Scrittura ci parla di più di una “venuta” o di un “giorno” del Signore. Nell’Antico Testamento, Dio venne in giudizio contro varie nazioni, anche Gesù parlò di più di un “giorno” (Luca 17:22), uno di questi “giorni” fu la Sua venuta in giudizio su Gerusalemme nel 70 D.C., come in precedenza predetto nel Suo discorso nel Monte degli Ulivi (Matt. 24; Marco 13; Luca 21). Questa “seconda venuta” avverrà negl’ultimi giorni, alla fine dei tempi, e sarà l’inizio di una totale nuova esistenza che durerà per l’eternità.

Ma perché credo nella seconda venuta di Cristo?

Innanzitutto, la promessa della Sua seconda venuta, è stata fatta da Gesù stesso, all’ultima cena, prima del Suo arresto e della Sua crocefissione (Giov. 14:1-3), confortando i Suoi discepoli con la promessa del Suo ritorno. Inoltre, anche gli Angeli hanno annunciato questa preziosa verità, quando Gesù ascese al Cielo (Atti 1:9-11); due “uomini” in vesti bianche dissero che «… Questo (stesso) Gesù, che vi è stato tolto, ed è stato elevato in cielo, ritornerà nella medesima maniera in cui lo avete visto andare in cielo».

Anche gli Apostoli, come Pietro annunciavano la medesima verità (Atti 3:19-21), anche Paolo, nei suoi scritti ai Corinzi (1 Cor. 11:26; 1 Cor. 15:22-23), ai Tessalonicesi (1 Tess. 1:9-10; 1Tess. 2:19; 1 Tess. 3:13), al giovane compagno d’opera Timoteo (2 Tim. 4:1); anche lo scrittore del libro degli Ebrei ha espresso la stessa verità (Ebrei 9:27-28). Poiché credo in Gesù, nei Suoi Apostoli, io credo anche alle loro promesse.

Oltre la promessa della Sua nuova venuta, ci si può interrogare anche sullo “scopo” di questo ritorno. Indubbiamente, uno di essi è la resurrezione dei morti, sia giusti che malvagi (Giov. 5:28-29). Da notare che nel testo apparentemente si parla solo di “una resurrezione dei morti”, includendo sia i giusti che gli empi, che avverrà nel medesimo momento (“ora”), prima i credenti per ricevere il loro premio, successivamente, i non credenti in attesa del loro giudizio di condanna, così come anche affermato dall’Apostolo Paolo (Atti 24:15). Invece quelli che saranno in vita durante il ritorno di Gesù saranno trasformati all’istante (1 Cor. 15:50-54) e poi saranno “presi” per incontrare il Signore nell’aria (1 Tess. 4:16-18).

Altro scopo del ritorno di Cristo, sarà quello di consegnare il Regno a Dio, quando tutti saranno vivificati alla Sua venuta (1 Cor. 15:22-24). Contrariamente all’opinione che Cristo deve ancora stabilire il Suo regno nella terra, Egli già regna, sin dalla Sua ascensione al Cielo. Adempiendo la profezia che Dio susciterà il Cristo per sedere sul trono di Davide, Gesù è risorto dai morti ed è stato fatto “Signore” (Atti 2:30-36). Gli è stata data tutta l’autorità (Matt. 28:18; Efes. 1:20-22; 1 Pietro 3:22). Dei cristiani è stato detto che sono nel Suo regno (Col. 1:13; Ap. 1:9). Cristo continuerà a regnare fino a quando avrà posto i Suoi nemici sotto ai Suoi piedi (1 Cor. 15:25). Da notare il fatto che il Suo regno sarà in concomitanza con la presenza dei Suoi nemici, così come profetizzato dal Salmista (Salmo 110:1-2). Quindi Gesù è già da adesso il “Re dei re” e “Signore dei signori” (1 Tim. 6:15; Ap. 19:16). L’ultimo nemico a essere sconfitto sarà la morte (1 Cor. 15:26), che come abbiamo visto, sarà distrutta quando alla Sua seconda venuta, farà risorgere i morti (1 Cor. 15:51-54). Quindi quando Egli ritornerà, non verrà ad instaurare il Suo regno, bensì a consegnarlo nelle mani di Dio, come indicato da Paolo (1 Cor. 15:23-36) o insegnato dallo stesso Gesù nella Parabola delle zizzanie (Matt. 13:36-43).

Egli ritornerà per giudicare il mondo e punire il male: infatti, Dio ha stabilito un “giorno” in cui Egli giudicherà il mondo (2 Pietro 3:7). Colui che sarà designato a giudicare è Gesù Cristo (Atti 17:31; 2Cor. 5:10), e gli standard col quale Egli giudicherà saranno le parole che Egli ha pronunciato (Giov. 12:48). Quel “giorno” sarà un giorno di perdizione (completa distruzione) degl’empi (2 Pietro 3:7). Coloro che non hanno conosciuto Dio e non hanno ubbidito al Vangelo saranno puniti con la “distruzione eterna” (2 Tess. 1:7-10), coloro i quali non saranno trovati scritti nel “Libro della vita” saranno gettati nello “stagno di fuoco” (Ap. 20:11-15).

Così come insegnato da Pietro, il ritorno di Cristo, segnerà l’inaugurazione di “Nuovi Cieli e nuova Terra” (2 Pietro 3:10-14), in adempimento della promessa di Dio (Is. 65:17-19; Is. 66:22-23).

Ci sarà un regno dove abiterà la giustizia, la pace, senza macchia e senza peccato, al ritorno del Signore. Così come insegnato da Giovanni (Ap. 21:1-22:5), questo avverrà dopo che i primi Cielo e Terra “passeranno” (Ap. 20:11), sarà il luogo dove la Nuova Gerusalemme sarà abitata quando “scenderà dal Cielo” (Ap. 3:10; Ap. 21:10) e Dio abiterà tra noi in questa “Nuova Gerusalemme” scesa dal Cielo.

In conclusione, se non ci fosse il ritorno di Cristo non ci sarebbero:

  • Una resurrezione dei morti;
  • Un trasferimento del regno di Cristo al Regno dei Cieli;
  • Un giudizio del mondo, con la conseguente pena per i malvagi;
  • Un Nuovo Cielo e una Nuova Terra dove abiti la giustizia.

Senza il ritorno di Cristo, noi cristiani saremmo dei miserabili (1 Cor. 15:16-19)

Ma possiamo avere fiducia nel ritorno di Cristo se:

  • Crediamo in Dio;
  • Crediamo che la Bibbia sia la Parola di Dio;
  • Crediamo che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio.

Il fatto che Gesù non sia ancora tornato è solo una indicazione della pazienza di Dio (2 Pietro 3:8-9), ma è sicuro che quella promessa di quel “giorno” di adempirà.

Nel frattempo, quale sarà la nostra attitudine verso il ritorno del Nostro Signore?

  • Di preparazione con spirito di preghiera (Luca 21:34-36; 2Pietro 3:14)
  • Di attesa gioiosa (Filippesi 3:20-21)
  • Di paziente perseveranza (Ebr. 10:35-39)

Sarà questa la nostra attitudine?